Noa e la sofferenza psichica

Una diciassettenne olandese, Noa Pothoven è morta nella sua casa dopo aver deciso di smettere di mangiare e di bere; in precedenza aveva chiesto  ad una clinica specializzata di potere accedere ad una “morte assistita“. Noa Pothoven aveva dichiarato di non riuscire più a vivere e a sopportare il suo disturbo depressivo.

La ragazza era stata violentata sessualmenete in infanzia, da cui era scaturito un disturbo da stress post traumatico abbinato ad anoressia nervosa e depressione di entità intollerata. In queste righe non valuterò la sua scelta o la sensatezza l’atto. Non è possibile esprimerne sul singolo essere in un comportamento così intimo ed ultimo.

Le conseguenze mentali dell’abuso sessuale

La storia di Noa Pothoven rende pallidamente conto di quale sia la potenza di un abuso sessuale e soprattutto di quanto incida la sessualità di un individuo sulla sua storia.
La mente vive una sensibilità individuale che non traspare mai nella sua totalità ma è nel suo interno che si svolge l’attività più intima; a quel livello si svolge e si sviluppa la vita mentale autentica, che non traspare se non raramente nella vita esteriore. Eppure proprio in quella intensità che avviene la parte fondativa della psicologia individuale. Tutto questo ha necessità dei giusti tempi, di una crescita progressiva e spontanea.

Come può intervenire la società e la psicologia

Vi sono maturazioni che mettono in grado di affrontare determinati argomenti, prima delle quali è impossibile che essi vengano affrontati in modo adeguato. In effetti questo tema investe aree difficilmente indagate in ambito di psicologia divulgativa: determinati aspetti dell’espressione psichica hanno un potere interiore che le società moraliste o viceversa libertarie, non contemplano affatto.

É necessaria una adeguata evoluzione per avere accesso a temi di individualità soggettiva in grado di destabilizzare. Questo deve essere osservato all’interno di una impostazione sociale difficilmente in grado carpire la delicatezza della mente. Dunque, il disallestimento raggiunto dopo un dramma intenso e profondo è potenzialmente devastante, a seconda della personalità, la fragilità della vittima.

Deve essere chiaro quello che affiora da queste vicende: il mondo interiore vive una realtà propria, lontana da ogni logica, da ogni ragione, ogni spiegazione razionale, lontana da ogni desiderio di sopravvivere alla depressione che incessante e violenta pervade l’animo in ogni anfratto.

La psicologie ed ancor più la psicoterapia guardano (devono farlo) in questa direzione.

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