ragazzo adolescente subisce il bullismo

COSA É IL BULLISMO?

Il bullismo non è un atto di violenza generica, ma piuttosto un’azione aggressiva fisica o psicologica reiterata nel tempo, da parte di un individuo o un gruppo, verso individui o gruppi più deboli. Non si tratta di aggressività dovuta ad un sentimento di rabbia estemporanea tra fazioni che si contrappongono, ma di individui dotati di maggiore potere rivolti ad esercitare la propria preponderanza su altri più deboli.

Il bullismo è un fenomeno che coinvolge l’insieme sociale, costituito da adolescenti, genitori, scuola e società.

I PROTAGONISTI DEL BULLISMO

Vi sono dei personaggi chiave che è opportuno osservare per comprendere il bullismo. Il bullismo è un fenomeno sociale, ma anche collettivo, che coinvolge diversi soggetti; i protagonisti di un atto di bullismo sono:

  • il bullo: colui che perpetua l’atto di violenza
  • i gregari: coloro che rinforzano il bullo nella sua azione; possono attivarsi direttamente oppure rimanere in disparte
  • gli spettatori: coloro che partecipano osservando; possono (ad esempio) filmare gli eventi per poi condividerli in rete

A questi protagonisti dobbiamo aggiungere gli “spettatori assenti”. Gli spettatori assenti non sono presenti fisicamente ma sono attivi nella mente del bullo e dei quali egli conosce la inoffensività, oppure addirittura l’accordo circa l’atto che sta compiendo. Si tratta di coloro a cui egli vuole “dedicare“ l’azione che svolge, per dimostrare la propria potenza, per esprimere il proprio diritto di prevalere, per vendicarsi di un torto subito, di cui spesso egli stesso non conosce le caratteristiche. Gli spettatori assenti sono coloro che il bullo conosce come motivo in più per esercitare la propria pratica e sono fondamentali nell’azione di bullismo che stiamo analizzando.

Sono coloro che hanno mostrato il senso dell’aggressività al bullo stesso, stabilendone parte dell’Inerzia Profonda, il destino prossimo venturo.

gruppo di bulli aggredisce il singolo

IL BULLIZZATO E IL BULLO: DUE ENTITÁ COLLEGATE DA SIMILITUDINI FUTURE

Le persone coinvolte direttamente nel fenomeno sociale del bullismo, bullo e bullizzato, hanno grandi difficoltà davanti a loro, nel prosieguo della loro esistenza.
Il ragazzo o la ragazza vittima di bullismo (soprattutto nei casi più gravi) dovrà lavorare mentalmente per superare il trauma subito.
Il bullo dovrà affrontare, in egual modo, un percorso di recupero psicologico, demolendo l’errata consapevolezza di poter esercitare un fattore di prepotenza sul più debole; questo non gli sarà poi consentito all’interno di una struttura sociale e sarà costretto a rivedere la propria conformazione di personalità, subendo a sua volta un disagio.

L’insieme del fenomeno ha costi sociali molto più ingenti di quanto si immagini.

LA RABBIA DEGLI ADOLESCENTI

Cosa accende la rabbia profonda nella mente degli adolescenti, fino a compere atti di bullismo?
Spesso si tratta di un tratto di comportamento subito e tollerato nella stretta cerchia famigliare, che innesca il desiderio di prevalere sugli individui più deboli, su cui è garantito il successo del loro atto.

bullo strattona un ragazzo più debole

GENITORI E BULLISMO

I ragazzi e le ragazze che subiscono atti di bullismo si trovano a vivere situazioni emotive complesse. Spesso le vittime di bullismo si isolano fino ad annullarsi nella solitudine, evitando il contatto sociale con l’ambiente in cui avviene la violenza, un ambiente diventato nemico. Le vittime di bullismo mettono in atto una vera e propria distorsione nello sviluppo psicoaffettivo che porterà conseguenze nel tempo.

Si tratta di situazioni di grande rilievo, in grado di provocare una vera disfatta sociale, correlata al fallimento del ruolo genitoriale.

Può la famiglia rimediare alla prepotenza subita da un adolescente?

Può la famiglia porre rimedio ad una situazione difficile che ha visto il proprio figlio praticare atti di violenza continuativa nei confronti di un suo simile più debole?

É necessario avere un approccio estremamente realistico. La risposta deve spostare l’attenzione su coloro che, più o meno consapevolmente, generano una difficoltà profonda nel bambino che sfocia in fenomeni di ribellione diversi tra loro, fra cui il fenomeno sociale del bullismo.
Serve una entità che renda consapevole la famiglia. Se la famiglia non è stata nella condizione di esercitare una modalità opportuna è improbabile che possa farlo senza venire motivata e formata in questa direzione.

Educare significa formare un individuo incidendo nella sua personalità. Questo è un punto fondamentale.

bimbi chiusi in casa per il lockdown

IL BULLISMO E LA PANDEMIA

La pandemia, il lockdown, l’assenza di relazioni e di attività extra-scolastica, la convivenza forzata con gli altri componenti della famiglia, hanno contribuito ad acuire disagi personali che, con facilità, trovano uno sfogo naturale in comportamenti vessatori.

Certo è che un individuo che nel corso del proprio sviluppo esercita tratti stabili di aggressività, ne ha appresa la consistenza in ambito sociale, confermando la propria difficoltà a comprendere la logica di comportamento collettivo.

Il lockdown durante la pandemia ha comportato una dispersione della giornata e della condotta quotidiana sociale. Le famiglie si sono disgregate nell’utilizzo del tempo; gli adolescenti ed i preadolescenti sono più soli e dispersi all’interno di una giornata che non si sviluppa come avveniva solitamente, con l’assenza degli impegni e delle attività che costituiscono la loro formazione. Questa destrutturazione facilita certamente una reazione che consente una trasgressione a norme di comportamento talvolta già poco solide.

INTERNET E BULLISMO: QUAL É IL RUOLO DEL WEB?

Se la famiglia è il contesto che forgia il soggetto e l’individuo, il web è il grande amplificatore che oggi viene utilizzato con enorme disinvoltura dagli adolescenti e preadolescenti.

Il tema centrale è l’assuefazione al web, ad internet, ai social che provocano una stortura nel loro stesso utilizzo, spingendo i ragazzi a fare di tutto (esasperando i propri comportamenti) per rincorrere una maggiore visibilità. I ragazzi cercano una consistenza di sé stessi non reperita in strutture sociali dirette.

I nativi digitali hanno, come in ogni epoca, l’obiettivo di mostrare la propria esistenza tramite azioni eclatanti, di cui non conoscono la misura. Il web è uno strumento adatto a provare il valore delle proprie esistenza; lo stesso che proprio loro cercano di reperire.
Mostrare la propria azione nella realtà è quanto di più tipico e normale possa accadere nelle fasce di età in cui il bullismo ha esordio. È molto importante indagare il motivo per cui i ragazzi non hanno la consapevolezza del fatto che, rendendo noto un atto inadatto, si andrà incontro a conseguenze: è probabile che non siano stati edotti sulle conseguenze di una condizione chiaramente riprovevole.

Nell’adolescenza e nell’infanzia il senso delle cose va mostrato, non può essere dedotto da chi è nel corso di uno sviluppo. L’educazione alla convivenza sociale ed alle emozioni avviene gradualmente e con fatica da parte di chi educa e di chi è educato.

il bullismo anche su internet

SUPERARE IL BULLISMO

Le vittime di bullismo che riescono a reagire, sono la dimostrazione pratica di come si riesca a reperire la rilevanza necessaria per uscire da una condizione di estrema difficoltà. Questo sviluppo viene spesso a mancare nel bullo; egli è altrettanto in difficoltà e lo resterà fin quando non riesca a reperire gli strumenti adeguati per gestire la carenza che esprime mostrando il desiderio di prevalere.

L’aggressore vince unicamente nell’istante in cui manifesta la violenza; successivamente proprio lui dovrà fare i conti con l’elevata probabilità di trovarsi davanti ad ingenti temi di gestione della realtà, che si presenteranno in diverse situazioni sociali nella sua vita futura, mai semplice come voleva dimostrare a sé stesso prevalendo sul più debole.

L’individuo che aggredisca come modalità costante di comportamento esprime una difficoltà che tarderà solo pochi anni rispetto a quella evidente da subito, che esprime la sua vittima.

La famiglia ha una responsabilità incancellabile, da abbinare a quella dell’intero insieme collettivo.

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