Ognuno ha reagito come ha potuto (e saputo) fare alla deprivazione sociale del Lockdown, in relazione alla propria condizione di realtà. Certo va precisato che il periodo del diversità non è stato solo o sempre una deprivazione, ma spesso un eccesso, nel senso che la famiglia è stata vissuta da molti come un accompagnamento inevitabile e non sempre semplice delle proprie giornate.

Così sono affiorate grandi differenze tra le categorie umane, ossia diversità di genere, diversità sociali, culturali, e di gruppo. Ma la discriminante forse maggiore consiste tra le fasce di età ed in particolare tra adulti e l’età dello sviluppo primario.

L’isolamento naturale ha sortito dunque effetti su chiunque; i bambini hanno avuto una intensa ripercussioni sia per la carenza dei rapporti sociali sia per la copresenza con gli altri della famiglia, i quali hanno altrettanto subito gli effetti di questa lunga distorsione nell’ambito relazionale, sociale e naturalmente economico, con le ripercussioni di cui sappiamo. Ne è seguito un grande cambiamento, inevitabile e potenzialmente in grado di dare ripercussioni future, certamente visibili nel tempo a venire.

In tutto questo la scuola ha avuto ed avrà, un ruolo fondamentale nel ristabilire una condizione di normalità. In essa l’ambito relazionale che ne deriva è quello che forse è stato più significativamente colpito e che è necessario venga ripristinato insieme all’elemento dell’apprendimento.
Questo sarà più di altri l’elemento che risulterà mancante nei decenni a cui farà seguito quello attuale, intensamente colpito dalla condizione di difficoltà e di allarme nota a tutti in tutto il mondo.

Proprio a questo dovrà essere data attenzione, compatibilmente con ogni altro bisogno di tutela della salute. Deve essere ben chiaro qual è la rilevanza di questo aspetto che rischia di essere trascurato: la relazione si apprende di giorno in giorno, così come ogni altra attitudine sociale ed insieme a essa si struttura quella che è la personalità. Si impara a stare insieme agli altri così come si impara a leggere e scrivere, si impara a dosare sé stessi nell’insieme di un gruppo di pari, così come si apprende la storia, la narrativa o la condotta sociale.

Tutto questo non sottostà ad alcuna regola razionale se non ad un apprendimento che si allestisce di giorno in giorno negli anni. A questo non possiamo rinunciare.

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